MUGGIA AL QUADRATO
Dove e quando
dal 5 dicembre 2008 all'8 gennaio 2009, presso la Casa della Musica di Via dei Capitelli 3, Trieste.
La mostra
Eccomi qui, in un’altra nuova avventura.. in questo piccolo e antico porto che mi accoglie spesso come
navigatrice abituale, ma non per questo meno attratta o curiosa di un turista che qui mette piede per la
prima volta.
A Muggia ho trovato luci, colori e particolari di pomeriggi invernali, tersi e frizzanti, di serate estive, allegre
e musicali , e di piccoli momenti, quotidiani, ma non per questo scontati o banali.
Tutto ciò mi ha accompagnato alla ricerca di angoli vecchi, nuovi, disabitati, scrostati, ridipinti, talvolta
malconci, ma comunque pieni di vita – presente o passata ‐ tutta da scoprire.
La mia altro non è che un’insolita, ma normale, passeggiata che inizia di prima mattina tra i piccoli gesti
rituali del porto, per addentrarsi poi nel centro attraverso la Piazza ed i saliscendi di ruvido selciato, tra la
biancheria stesa ad asciugare e qualche bici lasciata qua e là, per poi strizzare un occhio a Porto San Rocco e
concludersi con le luci e gli incontri della sera, festosi, davanti ad una birra o ad una tv accesa, o silenziosi e
solitari tra le vie che stanno già dormendo.
Raccontare una città, con le sue abitudini e la sua gente, non è mai un’impresa facile. Ma, come qualcuno
ha detto, un fotografo ha una meravigliosa opportunità: portare nel futuro, con un gesto, un attimo del
presente. Questo attimo, quando nasce, è soltanto suo: un momento che nessun altro sente o riesce a
cogliere così come lo vedono i suoi occhi e la sua immaginazione.
La sua interpretazione, bella o brutta che sia, sarà sempre e comunque unica.
Le immagini sono quindi un semplice, meraviglioso strumento per condividere i propri attimi con gli altri.
Questa è la mia raccolta di attimi.
Roberta Radini
Circa due anni fa un caro amico, che di fotografia se ne intende veramente, mi consigliò di andare a
vedere, su internet, alcuni lavori di una giovane fotografa triestina; fu così che, visionando due reportage,
uno su Londra e l’altro su Parigi, venni in contatto, per la prima volta, con il lavoro fotografico di Roberta
Radini.
Ricordo che rimasi subito affascinato dal modo in cui questa fotografa fosse capace di raccontare,
attraverso le proprie immagini, la quotidianità del mondo che la circondava; mi meravigliai anche di come,
con semplicità, poesia e immediatezza, fosse in grado di condurre lo spettatore, quasi prendendolo per
mano, in quel mondo che stava raccontando e che solo i suoi occhi e la sua anima sensibile erano riusciti a
cogliere.
Mi ci volle poco per rendermi conto che, anche da un punto di vista puramente tecnico, Roberta,
nonostante la giovane età, non avesse nulla da imparare; le sue foto, oltre che da un profondo contenuto
emozionale erano contraddistinte e impreziosite dal modo efficace di trattare, in digitale, sia il colore che il
bianco e nero.
In questi giorni, nell’accingermi a metter giù queste poche righe, ho riflettuto sui lavori di questa talentuosa
fotografa e ho compreso che la cosa che più colpisce del suo modo di fotografare è certamente il taglio che
riesce a dare a tutte le sue foto, rendendole originali e lontane dagli stereotipi culturali che,
involontariamente , condizionano anche chi vi scrive.
Quest’ultimo lavoro su Muggia, oltre ad evidenziare da parte dell’autrice un vero e proprio omaggio nei
confronti di un territorio che ama e che culturalmente le appartiene, serve a far riflettere noi, che siamo
taciti spettatori, sul modo unico e coinvolgente con cui possa essere raccontata e interpretata la realtà che
ci circonda.
Roberta, con le sue foto riesce a narrare sia le bellezze architettoniche della suggestiva piazza muggesana
in cui troneggiano la Cattedrale e il Palazzo del Municipio, che piccoli particolari fatti di vegetazione che
spunta tra i massi di una banchina del porticciolo, o di cartelli stradali piegati dal vento e, partendo dalla
semplice presenza di alcune bici, dalla gioiosa corsa di bambini o dalla lucentezza di un tombino illuminato
dalla luce notturna è capace di guidarci nell’atmosfera quasi incantata dei vicoli e delle stradine di
Muggia.
Come avrete modo di osservare sfogliando le suggestive pagine di questo libro il racconto fotografico si
snoda partendo dalle chiare luci del mattino sino a giungere alle ovattate atmosfere della sera; le foto
uniche e coinvolgenti mettono a nudo la partecipazione emotiva di chi, con l’ausilio del proprio mezzo
fotografico, riesce a catturare la bellezza e la suggestione di quel mondo in cui viviamo e di cui non
riusciamo più a sorprenderci e ad emozionarci.
Mario Pierro
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